GENETICA RIPRODUTTIVA

L’Unità di Genetica ad Alta Complessità in ambito di fertilità ottiene elevati tassi di gravidanza clinica di bambini sani.

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    La genetica e il rapporto con la fertilità

    Si stima che circa l’25% delle donne soffre di aborto durante la propria vita. Il 50% di questi aborti spontanei è dovuto ad alterazioni cromosomiche. Queste anomalie in molti casi possono essere legate all’età avanzata della madre.

    Inoltre, esiste un elevato numero di malattie genetiche e il 3-4% delle nascite soffrirà una di queste patologie. Stando alla Federazione Spagnola di Malattie Rare, esistono dalle 5.000 alle 7.000 malattie rare di cui l’80% è di origine genetica e, quindi, suscettibili di essere trasmesse alla discendenza.

    In entrambi i casi, sono un’importante sfida per la riproduzione assistita. Rilevare in tempo queste alterazioni ci permette di incrementare il tasso di bambini sani.

    Unità di Genetica Riproduttiva ad alta complessità

    L’Unità di Genetica di Equipo Juana Crespo presenta una strategia personalizzata ai pazienti mettendo a disposizione un ampio pannello di studi genetici a seconda del momento riproduttivo in cui si trovano, della situazione familiare e degli aborti precedenti.  

    Gli obiettivi principali di questa unità sono:

    • La visita personalizzata da cui si ricava una consulenza genetica. In ciascun caso è importante conoscere la situazione genetica familiare e proporre le opzioni riproduttive idonee per ottenere una gravidanza sana.
    • Una consulenza corretta delle analisi da effettuare in ciascuna fase della procedura.

    Test genetici per la programmazione della gravidanza

    Si tratta di un’analisi conosciuta anche come test del cariotipo per fertilità che fa parte delle analisi di routine e di base per entrambi i membri della coppia. Con un prelievo del sangue del paziente si analizza l’insieme dei cromosomi di una persona e si ottengono informazioni su possibili anomalie numeriche presenti (trisomia, monosomia, ecc.) e strutturali (duplicità, delezioni, inserzioni, ecc.). 

    Se uno dei genitori è portatore di un’anomalia nel proprio cariotipo potrebbe causare la formazione di embrioni cromosomicamente alterati e di conseguenza errori di annidamento, aborti spontanei o persino malattie incompatibili con la vita.

    È una tecnica citogenetica che viene effettuata su un campione di liquido seminale per analizzare i cromosomi dei gameti maschili. È consigliato nello studio dell’infertilità maschile. Uno degli inconvenienti di quest’analisi è che viene analizzato un campione che poi non verrà utilizzato, per cui si tratta di un’approssimazione piuttosto che di una vera e propria diagnosi.

    Questo test permette di minimizzare la trasmissione di malattie genetiche, di ereditarietà recessiva o legate al cromosoma X, ai discendenti. Con questo studio è possibile rilevare mutazioni nei geni della coppia riproduttiva e se esistono coincidenze o meno.

    I portatori di mutazioni in uno di questi geni ha una copia normale del gene che predomina sulla copia mutata, quindi non presentano sintomi. Il rischio sorge nel momento in cui entrambi i membri della coppia presentano mutazioni nello stesso gene. In questo caso, la probabilità di avere un figlio affetto da una patologia è del 25% in ciascuna gravidanza.

    Solitamente si consiglia nei seguenti casi:

    • Alle coppie che desiderano avere un figlio e hanno/non hanno casi in famiglia di malattie genetiche.
    • Alle coppie consanguinee in cui è molto più probabile condividere mutazioni nello stesso gene.
    • Alle coppie che si recano presso una clinica di riproduzione assistita e che si sottopongono ad un trattamento di fecondazione in vitro sia con gameti propri che donati.

    Dopo lo studio, si richiede un confronto dei risultati dei genitori genetici per determinare l’idoneità o “compatibilità genetica”.

    Nel caso di un trattamento con donazione di gameti verrà assegnato un/a donante/donatrice privo/a della mutazione presente nel paziente ricevente.

    Nel caso di coppie con gameti propri con eventuali coincidenze in mutazioni nello stesso gene, vengono informate delle diverse opzioni riproduttive per minimizzare la trasmissione della malattia.

    • Test Genetico Pre-Impianto in embrioni ottenuti con fecondazione in vitro.
    • Sostituzione di gamete(i) in uno dei due genitori.
    • Adozione

    Test genetici nella fase di pre-impianto dell’embrione

    PGT o Test Genetico Pre-impianto (TGP) È lo studio effettuato sugli embrioni ottenuti mediante tecniche di fecondazione in vitro che ci permette di conoscere se sono affetti da alterazioni cromosomiche o genetiche prima di essere trasferiti nell’utero materno. In questo modo evitiamo di trasferire embrioni che possano causare malattie gravi o che non siano in grado di sviluppare una gravidanza sana o evolutiva.

    I tipi di TGP a seconda dello scopo dello studio sono:

    Questo studio ci dirà se le cellule dell’embrione possiedono un numero corretto di cromosomi.  Queste strutture contengono tutte le informazioni genetiche (DNA). Ogni cellula deve contenere 23 coppie di cromosomi, altrimenti potrebbero presentarsi problemi di annidamento, aborti spontanei o persino malattie cromosomiche come la Sindrome di Down causata da una trisomia, vale a dire una copia extra del cromosoma 21. 

    Il PGT-A o di alterazioni cromosomiche è consigliato nei seguenti casi:

    • Età materna avanzata Esiste un aumento esponenziale di embrioni anomali legati all’età della madre.
    • Aborti a ripetizione. Circa il 50% degli aborti spontanei sono causati da alterazioni cromosomiche.
    • Aborti volontari precedenti per alterazioni cromosomiche.
    • Errori di annidamento ripetitivi
    • FISH spermatico alterato
    • Quando la struttura del cariotipo di uno dei membri della coppia è alterata potrebbe non alterare il portatore, ma avere conseguenze sulla discendenza. In quest’ultimo caso, lo studio si considera un sottotipo del PGT-A e viene denominato PGT-SR o PGT di riorganizzazione strutturale (Structural Reorganization, in inglese).

    Questo studio ci informa se gli embrioni sono affetti o meno da una malattia familiare grave causata da variazioni (mutazioni) in un gene specifico. Il nostro DNA si compone di migliaia di geni ognuno dei quali contiene un codice che si traduce in una determinata funzione dell’organismo. Se questo codice cambia (mutazione) potrebbe causare la malattia.

    Il PGT-M è consigliato nei seguenti casi:

    • Pazienti con malattie ereditarie o membri della coppia o familiari.
    • Pazienti con un test di compatibilità coincidente per la stessa malattia in entrambi i membri della coppia per evitarne la trasmissione ai discendenti.

    Per effettuare questo tipo di test sugli embrioni è necessario innanzitutto procedere allo Studio di Informatività. Questo studio previo al PGT-M consiste in una serie di analisi genetiche della coppia e familiari per ottenere maggiori informazioni sulla malattia e considerare le possibilità genetiche nei futuri embrioni.

    Come il nome stesso indica, si tratta di uno studio che abbina due tecnologie precedenti.

    È consigliato in caso di sospetti di PGT-M e in alcune circostanze o indicazioni del PGT-A.

    Test Genetici fase prenatale o durante la gravidanza

    Equipo Juana Crespo vuole sempre conoscere il motivo della perdita della gravidanza. Per questo motivo, effettuiamo uno studio genetico dei residui fetali o eventuali cause di un aborto spontaneo. Nel 50% dei casi, la causa è cromosomica e pupo aiutarci a scegliere il trattamento da applicare successivamente. 

    È uno screening effettuato durante la gravidanza (dalla 10ª settimana di gravidanza in poi) che analizza il DNA fetale che circola liberamente nel flusso sanguigno materno.

    Si tratta di un’analisi non invasiva che ci permette di rilevare la presenza di alterazioni cromosomiche (aneuploidie) senza dover effettuare studi invasivi. In caso di risultati alterati, si consiglia la conferma mediante amniocentesi.

    H3 il test prenatale non invasivo è consigliato in particolare:

    • Età materna avanzata
    • Risultato ad altro rischio in uno screening biochimico o ecografico.
    • Gravidanze precedenti con alterazioni cromosomiche.
    • Donne incinte di qualsiasi età giunte alla 10ª settimana di gravidanza.
    • Gravidanze con metodo naturale.
    • Gravidanze con Fecondazione In Vitro (FIV).
      • Con gameti propri
      • Con donazione di gameti.
    • Gravidanze di un feto o gemellari.

    Domande frequenti

    Che risultati posso ottenere dai miei embrioni dopo il PGT-M? Quanti embrioni saranno sani?2023-01-05T11:12:09+01:00

    Prima di tutto dobbiamo sapere che le malattie ereditarie si producono a causa di una serie di cambiamenti, chiamati anche mutazioni, nei geni che compongono il nostro DNA. Per la maggior parte dei geni abbiamo due copie, una la ereditiamo dalla madre e l’altra dal padre.

    Il numero di embrioni sani dipenderà dal tipo di ereditarietà di questi cambiamenti.

    Ad esempio, se una malattia ha un’ereditarietà autosomica dominante, il 50% degli embrioni generati saranno sani e trasferibili e solo la metà della discendenza erediterà la mutazione del progenitore affetto.

    Ad ogni modo, se la malattia è autosomica recessiva, solo si manifesterà se entrambe le copie del gene ne sono affette, vale a dire che la mutazione è stata ereditata sia dal padre che dalla madre. Se dovesse succedere, la probabilità di avere un figlio affetto dalla patologia è del 25%. Se solo uno dei genitori possiede una variante che potrebbe causare la malattia, i figli non ne saranno affetti e avranno il 50% di probabilità di essere portatori sani come il proprio genitore.

    Inoltre, esistono malattie con un tipo di ereditarietà particolare; quando le varianti che causano una malattia si trovano nel cromosoma X sono denominate Legate al cromosoma X. Le donne hanno due cromosomi X, mentre gli uomini solo uno. Gli uomini che ereditano queste varianti ne sono sempre affetti, mentre le donne sono spesso portatrici non affette.

    Nel Test prenatale non invasivo potrà sapere se mio/a figlio/a è sano e privo di malattie ereditarie?2023-01-05T11:10:32+01:00

    Il test prenatale non invasivo NON studia malattie ereditarie, ma solo alterazioni cromosomiche. In caso di sospetto di una gravidanza affetta da malattia ereditaria (monogenica), si consiglia di effettuare un test prenatale invasivo con campione di liquido amniotico (amniocentesi).

    Se si trasferisce un embrione analizzato mediante PGT-M la raccomandazione è la stessa, ma la probabilità di un risultato alterato è notevolmente minore.

    Se mi sottopongo ad un test PGT-A non è più necessario fare un Test Prenatale Non Invasivo?2023-01-05T11:13:00+01:00

    Si consiglia sempre di consultare gli specialisti per sapere se è necessario effettuare un test prenatale non invasivo (TPNI), ma in generale è importante sapere che nessun test genetico offre una diagnosi 100% infallibile, per cui anche se abbiamo effettuato un PGT-A, potrebbe essere consigliato un TPNI successivo.

    Che risultati posso aspettarmi da un test PGT-A?2023-01-05T11:13:33+01:00

    Considerando che l’età della madre è determinante nel numero di embrioni normali, dobbiamo sapere che man mano che aumenta l’età materna, diminuiscono le probabilità di ottenere un embrione normale da trasferire.

    D’altro canto, la probabilità di ottenere embrione possibile mosaico è indipendente dall’età della madre. Presso EMC il tasso di embrione possibile mosaico è del 12% circa.

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